Le centrali idroelettriche sono impianti che sfruttano una fonte di energia rinnovabile e pulita: l’acqua. Il funzionamento di una centrale idroelettrica è molto semplice: l’acqua, proveniente da un fiume o un bacino, viene fatta passare attraverso una turbina. In questo articolo abbiamo visto le differenti tipologie di turbine e compreso la loro importante funzione di trasformare l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica di rotazione. Le turbine sono poi collegate a un generatore: è proprio questo componente a convertire l’energia meccanica in energia elettrica.
Ma torniamo alle nostre centrali idroelettriche: quante tipologie di impianti idroelettrici esistono? Possiamo suddividere le centrali idroelettriche sulla base di come sfruttano e accumulano l’acqua in: centrali ad acqua fluente, centrali a bacino e centrali ad accumulazione.
Scopriamo insieme tutte le caratteristiche di queste tre differenti centrali idroelettriche!
Centrali ad acqua fluente legate al flusso naturale dei corsi d’acqua
Le centrali ad acqua fluente hanno una potenza che dipende dalla portata disponibile del corso d’acqua: esse sono infatti strettamente legate al flusso naturale di un torrente o un fiume e non necessitano di opere di sbarramento come dighe. L’acqua viene canalizzata verso le turbine per poi essere reimmessa nel corso d’acqua. Lo svantaggio è che, operando in questo modo, hanno una produzione variabile in base alla stagione e alle condizioni meteorologiche.
L’impatto ambientale delle centrali ad acqua fluenti è minimo: si tratta di impianti poco visibili che si integrano facilmente con il paesaggio.
Centrali idroelettriche a bacino o centrali ad invaso
Le centrali a bacino utilizzano l’acqua di uno o più corsi che si accumula in un bacino e viene poi fatta cadere per azionare le turbine. Il bacino di accumulo può essere naturale, come un lago, o artificiale, come ad esempio una diga.
Grazie al vantaggio di potere accumulare acqua e rilasciarla al bisogno, le centrali a bacino possono erogare una potenza variabile in risposta alla domanda di energia della rete. Se la costruzione di dighe e bacini ha chiaramente un impatto ambientale, le centrali a bacino possono svolgere anche l’importante funzione di regolazione del flusso dei corsi d’acqua. In questo modo, riducono il rischio di inondazioni, garantiscono un’adeguata portata a valle anche per l’irrigazione dei campi per fornire acqua alle colture.
Centrale ad accumulazione o di pompaggio
Le centrali ad accumulazione dispongono di due invasi: a monte e a valle, per immagazzinare l’acqua. Queste centrali idroelettriche si distinguono per la possibilità di potere pompare l’acqua dal bacino inferiore a quello superiore nei momenti di minor richiesta energetica, come di notte. Per questa loro particolarità vengono chiamate anche centrali di pompaggio. L’acqua viene poi rilasciata nuovamente dal bacino a monte verso quello di valle per generare elettricità quando la domanda sale.
La produzione delle centrali ad accumulazione è flessibile. Questi impianti idroelettrici forniscono energia quando ce n’è più bisogno, in caso di picchi di domanda o scarsezza di produzione da altre fonti ad esempio, aiutando così anche a stabilizzare la rete elettrica.
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